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Parafilie sessuali - cosa sono?

Liberati dai pregiudizi, supera i tuoi limiti e scegli di migliorare la tua vita!

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Panoramica del disturbo

Giusy Margiotta

Di Giusy Margiotta

Date: 2/08/2021

Tempo di Lettura: 8 Min

L’argomento delle parafilie è un argomento ancora molto discusso nel mondo della psicologia, per quanto è stato ampliamente analizzato e descritto sui manuali di psicopatologia. Le parafilie, al contrario di molti altri disturbi, vengono accompagnate da considerazioni moralistiche influenzate da norme storiche, culturali e religiosi radicate nel senso comune.
Le parafilie, come riconoscerle

Evoluzione storica della sessualità

Nel corso della storia la sessualità è la sua definizione di attività sessuale ha subito dei cambiamenti sviluppati passo passo con l’evoluzione culturale della società. Freud, vivendo e formandosi professionalmente in un contesto culturale che considerava normalità solo l’attività sessuale focalizzata sulla stimolazione del corpo genitale, non potrei fare altro che categorizzare come attività sessuale perversa qualunque pratica non genitale, masturbazione o rapporto genitale con il partner del sesso opposto, ad oggi, per il concetto di normalità sessuale è cambiato, soprattutto nella società occidentale.

Un tempo venivano definite perversioni sessuali, oggi la definizione ha subito un’evoluzione, infatti, i comportamenti sessuali non convenzionali rientrano nella categoria delle parafilie. L’evoluzione del termine è legata ai cambiamenti storici della sessualità in campo psichiatrico e sociale, l’esigenza di questo cambiamento è nata con l’intento di dare un profilo meno moralistico e più scientifico all’oggetto di studio. Uno dei casi che potremmo prendere come esempio per confermare la tesi evolutiva riguarda l’omosessualità, ampiamente considerata nel tempo come un atto di libidine indecoroso e contro natura.

Nel corso dei secoli l’omosessualità è passata dall’essere una perversione punita dal codice penale, ad una normale manifestazione della propria sessualità in molti paesi del mondo. Dal 1999 l’omosessualità è stata definitivamente eliminata dal manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, questo traguardo è stato il frutto di ben 17 anni di dibattito sul tema.

Caratteristiche di una parafilia

L’organizzazione mondiale della sanità ha introdotto il termine parafilia ed è stato coniato e adottato in ambito psichiatrico, psicologico e sessuologico, in sostituzione della vecchia definizione di perversione sessuale. Una parafilia è una condizione intensa e persistente che coinvolge l’eccitazione sessuale e la gratificazione di una persona per oggetti atipici, situazioni o soggetti. L’American Psychiatric Association ha dato una definizione di parafilie nel DSM-IV, associando questa terminologia a situazioni in cui vengono utilizzati oggetti inusuali, viene inflitta sofferenza o umiliazione a sé stessi o al proprio partner provocando dolore e profonda umiliazione.

Le parafilie sono:

  • Esibizionismo

  • Feticismo

  • Frotteurismo

  • Pedofilia

  • Masochismo

  • Sadismo

  • Feticismo di travestitismo

  • Voyeurismo

Tra gli oggetti o soggetti desiderati dai parafilici sono presenti:

  • Bambini o adulti non consenzienti

  • Anziani

  • Animali

  • Biancheria intima

Inoltre, le parafilie sono caratterizzate da un comportamento che mira ad infliggere dolore o umiliazione a sé stessi o al proprio partner per il mero obiettivo di provare piacere. Il desidero di soddisfare la propria pulsione e l’incapacità di porsi dei limiti, spinge il soggetto a maturare una vera e propria dipendenza verso l’oggetto del desiderio. Il disturbo parafilico caratterizzato da una condotta esclusiva, cioè il soggetto può eccitarsi praticando esclusivamente l’attività sessuale che soddisfa la propria perversione.

Il soggetto che soffre di parafilia in forma lieve rimane turbato dalle proprie pulsioni libi di che, ma non le asseconda; nelle forme di media entità il soggetto riconosce all’impulso e si aziona per soddisfarlo solo occasionalmente; se invece il disturbo si trova in una fase più grave il soggetto meteo in alto in modo compulsivo delle azioni e comportamenti riconducibili fai criteri diagnostici del parafilie.

Il disturbo parafilico comprende dei comportamenti sessuali che la società etichetta come sgradevoli e anormali. Tuttavia, un’attività sessuale che appare insolita ad una persona, in quanto non rispecchia il canone della sessualità tradizionale, può non rientrare nel modello del disturbo trattato. Le persone possono avere interessi sessuali inusuali ma questo non basta per fare una diagnosi, per definire un disturbo parafilico è necessario che il soggetto rispecchi dei criteri specifici, quali:

  • Intensità, persistenza e immutabilità del focus

  • Disagio significativo causa di limitazione sociale, lavorativa che angoscia persistente

  • Minaccia di ledere altre persone come bambini o adulti non consenzienti

  • La durata è di almeno 6 mesi

Un’altra caratteristica dei soggetti con forma di parafilia è l’anaffettività. Chi si presenta in studio riportando storie personali nelle quali rilevare i criteri sopraelencati, mette in evidenzia anche la propria incapacità di affezionarsi e di instaurare una relazione basata su un reale coinvolgimento emotivo. Dagli studi condotti dall’Institute for Sexual Science, in Berlin, emerge che la maggior parte delle parafilie sono più comuni negli uomini che nelle donne.
La maggior parte delle parafilie sono molto più comuni negli uomini che nelle donne.

Quali sono le parafilie più diffuse?

La difficoltà di vivere e sperimentare il piacere erotico, causata ancora da impattanti retaggi socio-culturali, rende complicato individuare con esattezza le parafilie più comuni. Non sempre, infatti, se ne parla esplicitamente. Nonostante ciò, abbiamo stilato una classifica basandoci su studi condotti recentemente, utilizzando come criterio di analisi la pratica che viene messa in atto e l’oggetto verso cui si prova attrazione.

  • Esibizionismo: il soggetto prova eccitazione, denudandosi nella fantasia o nel comportamento, mettendo in mostra i propri genitali ad un’altra persona conoscente o estranea, prendendolo di sorpresa quando meno se lo aspetta. Il bisogno di essere guardato e ammirato può essere sintomo di bassa autostima, carenza affettiva o altre problematiche interiori che il soggetto cerca di compensare attraverso un atteggiamento esibizionista. Capita spesso che questa parafilia venga confusa con il voyeurismo, dove invece il soggetto non vuole focalizzare l’attenzione su di sé, piuttosto si eccita spiando persone nude, mentre si spogliano o mentre sono impegnate in pratiche sessuali. Questa parafilia solitamente non comprende rapporti fisici o rapporti sessuale, infatti, l’esibizionista per eccitarsi ha bisogno di sconvolgere e impressionare chi lo guarda solo attraverso l’osservazione dell’atto.

  • Feticismo: il soggetto prova eccitazione utilizzando un oggetto inanimato (feticcio) o da una specifica parte del corpo non genitale, attraverso fantasie o comportamenti specifici. L’interesse più noto dimostrato dei feticisti riguarda i piedi seguito da calze, scarpe o in piccola percentuale anche la biancheria intima, il soggetto tiene stretto, strofina o annusa l’oggetto del desiderio. L’eccitazione feticista può essere stimolata anche da sangue e urina. Nell’attività sessuale del soggetto trattato si possono presentare due condotte ipotetiche: nel primo caso il bisogno del feticcio sostituisce il tradizionale rapporto sessuale con il partner, l’eccitazione sessuale passerà solo attraverso l’utilizzo dell’oggetto inanimato o di liquido corporeo; Nella seconda ipotesi il feticcio viene integrato e utilizzato costantemente nell’attività sessuale con un partner consenziente. La maggior parte delle persone che presentono le caratteristiche del feticismo non rispondono alla definizione di disturbo poiché questa parafilia generalmente non provoca sofferenza e non arreca danno ad altre persone.

  • Frotteurismo: il soggetto prova eccitazione toccando, strofinandosi o sfiorando il corpo di un’altra persona inconsapevole e non consenziente. Secondo il DSM-IV, il frotteurismo non si manifesta solo attraverso il contatto vero e proprio con l’altra persona ma può essere presente anche nelle fantasie che riguardano sempre la vicinanza con una vittima ignara. In genere, mentre il frotteur tocca la vittima, fantastica di avere una relazione sessuale con lei. Non può essere definito disturbo frotteuristico se non è presente un’attività sessuale ricorrente e intensa per almeno sei mesi. Questa parafilia è molto diffusa in Giappone, si pensi che solo nel 2017 la polizia di Tokyo ha individuato più di 1600 casi nei mezzi pubblici. Infatti, per mettere in atto questi comportamenti il soggetto approfitta di eventi o luoghi molto affollati. Chi mette in atto questa condotta rischia di essere condannato penalmente in quanto si tratta di una vera e propria molestia.

  • Masochismo sessuale: il piacere passa attraverso il dolore e la sofferenza, infatti il soggetto prova eccitazione quando viene bendato, picchiato e umiliato. Il comportamento masochistico, contraddistinto in alcuni casi da un atteggiamento passivo, si può mettere in atto da loro stessi o nei rapporti sessuali dai loro partner e può verificarsi sia nella donna che nell’uomo. Si prova estremo piacere ad essere degradati e costretti fisicamente attraverso di manette, catene o corde. Le pulsioni erotiche possono spingere il masochista a ricercare il piacere infliggendosi ferite, mutilazioni o menomazioni. Le lesioni possono essere di lieve entità, ma non sono radi i casi di lesioni gravi in cui il soggetto mette a repentaglio la propria vita, come nel caso dell’ipossifilia.

  • Sadismo sessuale: al contrario del masochismo, in questa parafilia il piacere viene esaltato provocando dolore e sofferenza fisica e psicologica agli altri, che siano consenzienti o meno. Gli atti di sadismo possono includere: graffi, frustate, percorse e torture fino al sanguinamento. Nel sadismo sessuale non sono inclusi i comportamenti “perversi” appartenenti al comune gioco erotico tra due amanti. L’età di esordio dei primi segnali si ha nella pre-adolescenza sotto forma di fantasie o atti violenti nei confronti di animali. Il comportamento si cronicizza quando il soggetto raggiunge la maggiore età.

Approcci terapeutici

Non è facile definire un trattamento per i pazienti affetti da parafilie. La maggior parte dei soggetti parafiliaci non sono propensi a ripensare o rinunciare alle proprie perversioni, vissute come spesso come comportamento sistemico e fonte di piacere. Chi soffre di parafilia raramente va in terapia perchè prende coscienza del problema, piuttosto prende questa decisione a seguito di pressioni esercitate da altri. In sede di consultazione possono cercare di dare un’immagine di sé poco fedele alla relatà per ottenere dei vantaggi secondari. Non di rado nei pazienti parafilici è presente uno dei seguinti disturbi di personalità:

  • Antisociale

  • Borderline

  • Narcisista

In tal caso è necessario intervenire con trattamenti a livello psicoterapeutico, ed eventualmente farmacologico, accuratamente personalizzati. Può essere particolarmente utile un lavoro psicoterapeutico a lungo termine individuale o di gruppo, importante per accompagnare il soggetto farafiliaco nell’accettazione delle fantasie sessuali e nell’apprendimento di modalità adeguate nella gestione degli impulsi sessuali.


Bibiliografia

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