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Come superare un lutto

Liberati dai pregiudizi, supera i tuoi limiti e scegli di migliorare la tua vita!

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Le quattro fasi di elaborazione per superare la morte di un caro

Giusy Margiotta

Di Giusy Margiotta

Date: 26/06/2021

Tempo di Lettura: 6 Min

La vita è considerata come un ciclo che ha delle fasi distinte dall’inizio alla fine. Il ciclo parte dal concepimento e conduce fino alla morte di un individuo. Ognuna di queste fasi è caratterizzata sia da reazioni emotive che cognitive. Il lutto è parte di questo ciclo, segna il passaggio dall’amare in presenza all’amare in assenza. Nonostante la morte segni il culmine dell’esistenza fisica di un individuo, non sarà questo passaggio ad interrompere il legame o l’affetto che vi legava alla persona scomparsa.
Il lutto: puoi superarlo in pochi passi grazie alla psicologia

Come superare la morte di una persona cara?

Come superare un lutto significa come affrontare, non solo le emozioni ma anche i pensieri che passeranno velocemente nella nostra mente. Non esiste un modo giusto o sbagliato di affrontare la perdita di una persona cara, non esiste un piano lineare e standardizzato, l’elaborazione di tale evento è soggettiva sia nella durata che nell’intensità. Nella maggior parte dei casi non si deve far fronte solo alla perdita, ma anche al profondo cambiamento che l’accaduto porta con sé. Il lutto è come una cicatrice, una ferita profonda che necessita di tempo e di cure per guarire. La persona costretta a separarsi definitivamente da un caro può provare:

  • Ansia
  • Insonnia
  • Inerzia
  • Sensazioni di vuoto nello stomaco
  • Costrizioni al petto
  • Sensazione di impotenza

Il dolore può essere influenzato dalla personalità, dalla cultura, dalla religione, dalla natura del rapporto con la persona deceduta e dalle circostanze che hanno portato alla morte. Diversi studiosi si avvicinano alla questione della fase di cordoglio in modo diverso a seconda dei loro orientamenti accademici e spirituali. Indentiamo per cordoglio il “dolore del cuore” (dal latino “cor-cordis”, cuore, e “dolere”, sentire dolore).

Secondo Bowlby, psicologo, medico e psicoanalista britannico, il lutto è un fenomeno che può essere influenzato da diversi fattori. Quando il nostro sistema di attaccamento percepisce che la persona amata non c’è più, siamo spinti a fare qualunque cosa pur di riottenerne la vicinanza. Bowlby, il padre della teoria dell’attaccamento, guarda alla perdita e all’angoscia umana su diversi livelli. Proprio nel suo studio dei legami affettivi ha cercato per la prima volta una regolarità nei comportamenti di attaccamento comuni agli esseri umani, così Bowlby rivela risposte prototipali alla perdita e alla separazione. L’uniformità di queste risposte ha senso nel contesto della teoria dell’attaccamento e del quadro evolutivo.

Le quattro fasi di elaborazione del lutto

Bowlby non poteva studiare l’attaccamento senza incontrare la sofferenza che deriva dalla rottura o dall’interruzione dei legami affettivi. La tesi centrale delle sue pubblicazioni vede l’attaccamento come fonte di benessere per gli esseri umani, quindi la perdita è la principale sofferenza. John Bowlby, ha ipotizzato quattro su come superare un lutto:

  1. Incredulità, una fase caratterizzata da stordimento e sentimenti di negazione, in quanto chi subisce un lutto spesso non riesce a rendersi conto subito di ciò che sta accadendo. Vi può essere l’immediato rifiuto accompagnato da comuni crisi di rabbia. In questi momenti può capitare di chiamare al cellulare la persona defunta, di aggiungere un posto a tavola o tornare a casa pensando di trovare il proprio caro. La fase può durare alcune ore o addirittura giorni e può interessare periodicamente la persona afflitta, per tutta la durata del processo di lutto.

  2. Ricerca della persona perduta, caratterizzata da irrequietezza fisica e da preoccupazione eccessiva verso il caro estinto. In questa fase è presente il pensiero fisso di richiamare, di riavvicinare e ristabilire un contatto con il defunto. La fase può durare alcuni mesi. Quando tutti gli sforzi falliscono la persona afflitta sperimenta un senso di tristezza e disperazione.

  3. Disperazione, una fase molto dolorosa accompagnata da insonnia, calo di peso e apatia, in cui la realtà inizia ad essere accettata e si pensa che la vita non abbia più significato. Questo tormento emotivo è necessario affinché il lutto si “risolva”. La persona addolorata ricorda incessantemente lo scomparso, in questa fase con profondo dolore si riconosce che i ricordi sono solo ricordi.

  4. Riorganizzazione, durante la quale gli aspetti acuti del dolore cominciano a ridursi e la persona afflitta comincia ad avvertire un ritorno alla vita. L’immagine della persona perduta viene interiorizzata, ora il suo dolce ricordo non da solo un senso di tristezza ma anche di gioia.

La perdita definitiva e il grande dolore che ne concerne non è facile da elaborare. Tuttavia, questo processo avviene di solito in maniera naturale, percorrendo le fasi che ne accompagnano al superamento. Può accadere però, che si manifesti una difficoltà considerevole e ci si ritrovi a chiedersi come superare un lutto , in tal caso può capitare che una persona rimanga bloccata in un lutto patologico invalidante nella normale vita quotidiana. In questo caso, risulta necessario riconoscere i sintomi e chiedere l’intervento di un professionista come supporto per affrontare il lutto e riprendere la conduzione di una vita equilibrata.

Lutto irrisolto

Parliamo di lutto patologico nel caso in cui manca un’espressione del dolore, la persona non accetta l’evento e il drammatico cambiamento avvenuto nella propria vita. Alcune volte si nascondono le proprie fragilità, dimostrandosi forti, evitando di riconoscere la grande sofferenza per la perdita. Ci si impone di non piangere, non si accetta l’aiuto degli altri, non ci si lascia sfuggire nessun segnale che possa far emergere un bisogno di aiuto. Per agevolare la negazione del dolore, si cerca di voltare pagina con una facilità, atteggiamento spesso incomprensibile a chi sta intorno. Il lutto irrisolto, però, non è privo di conseguenze.

Tale negazione fa emergere le sue tracce con il tempo, al punto che la persona non riesce più ad associarle al dolore represso:

  • Apatia
  • Depressione
  • Rassegnazione ad una vita di solitudine affettiva
  • Scarsa motivazione a prendere iniziative
  • Chiusura nei confronti delle relazioni sociali
  • Nostalgia verso il passato
  • Avversione contro ogni forma di cambiamento e di novità.

Il lutto non elaborato è invalidante non solo per la persona che lo vive, ma si palesano delle conseguenze anche nelle generazioni successive. Potrebbe accadere, infatti, che i nostri figli vivano un disagio emotivo, una tristezza inspiegabile, una difficoltà a vivere con serenità la vita e tutto questo è dovuto alla mancata elaborazione di un lutto.

Consigli utili per superare un lutto

Riconosci il dolore

Il primo passo da fare è quello di riconoscere la sofferenza, per guarire devi accogliere quelle emozioni dolorose che si fanno spazio nel momento in cui l’evento si verifica. Non sopprimere quelle sensazioni dolorose che emergono per ricordati l’affetto che ti legava a quella persona. Esprimi i tuoi sentimenti.

Il processo di elaborazione è unico, accogli la voglia di piangere, scrivere o pensare a tutti i ricordi che hai con il tuo caro. Affrontare un periodo così difficile richiede del tempo e nessuno può dirti quale sia la strada migliore da intraprendere. La condivisione del tuo stato d’animo potrebbe essere un grande aiuto, parla del tuo dolore con le persone che ti stanno accanto.

Cerca di riprendere la tua routine

Quando ti sentirai pronto, rispettando i tuoi tempi, riprendere i tuoi hobby ti aiuterà sicuramente a trovare un po' di conforto nella routine. Prova a dedicare un po di tempo della tua giornata alle attività che ami e alla cura di te stesso.

Nessuno può giudicare il tuo dolore

Nessuno può dirti come superare un lutto in poco tempo, quanto piangere o qual è il momento giusto per farlo. Il dolore è tuo, ascolta le tue emozioni senza giudicarti e non permettere che gli altri ti giudichino. Arrabbiati se hai voglia di arrabbiarti, parla se ne hai voglia altrimenti ascolta i tuoi silenzi, piangi se ne hai bisogno oppure non farlo.

La morte non è la fine del vostro legame. Continuate a cercare i vostri cari nei ricordi, accoglieteli nei vostri sogni, raccontate dei momenti di vita trascorsi insieme a chi non ha avuto la fortuna di conoscerli, cercate di vivere una vita che li renderebbe orgogliosi di voi. Ci sono abbracci che regalano il calore fisico e altri che riscaldano l’anima, cambierà il loro modo di esserci ma anche dopo la morte non smetteranno di abbracciarvi.


Bibliografia

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